domenica 31 agosto 2014

Agosto 2014 - Report sulle attività di promozione e discussione sul libro I FONDI INTEPROFESSIONALI, cosa sono, cosa offrono e come funzionano di Giovanni Galvan, edito da Franco Angeli

ATTENZIONE: Il presente documento è disponibile anche in PDF - cliccare qui

1         Premessa


Il libro è stato scritto per focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti poco conosciuti dell'attività dei Fondi Interprofessionali, essendo questi ultimi già di per sé un oggetto poco noto.

Il testo è il sunto delle esperienze e delle impressioni dell'autore. Vuole quindi essere più che un documento scientifico uno strumento di riflessione sulle opportunità offerte dai Fondi e sui limiti che a queste vengono poste dai fari fattori in campo, tra i quali il più determinante è l'atteggiamento dei numerosi attori del processo, non sempre positivo.

E' quindi intento dell'autore rilanciare il dibattito sull'utilizzo dei Fondi per la formazione continua, passando da un atteggiamento difensivo, preoccupato solo dell'attaccabilità dei Fondi da parte del Governo in cerca di risorse per le politiche passive per l'occupazione, ad un atteggiamento più "offensivo" orientato all'incentivazione dell'offerta e della spesa per la formazione.

2         Le tesi del libro


Il filo conduttore del libro è sostanzialmente il contrasto tra i numeri dei Fondi (e dunque le loro possibilità) e la scarsa percezione del risultato, sia potenziale che effettivo, da parte della società e dell'economia italiane.

Infatti nove milioni di lavoratori per più di un milione di imprese aderiscono ai Fondi Interprofessionali. Più o meno qualcuno sa che esistono, e alcuni sanno anche come funzionano, ma come mai cosi pochi li utilizzano?

Certamente i Fondi potrebbero essere fattore di sviluppo, perché:

  • Finanziano la realizzazione di milioni di ore – uomo di formazione.
  • Portano la formazione continua nelle micro imprese e nelle PMI.
  • Stimolano lo sviluppo del sistema formativo, capitale prezioso nell'Economia della Conoscenza così come definita dall'Unione Europea.
  • Semplificano e velocizzano l’accesso ai contributi.

Tuttavia non mancano alcuni fattori strutturali che vanno presi in considerazione:

  • Scarse risorse pro-capite: mediamente 50 euro anno a lavoratore con lo 0,30%. In Francia questa risorsa assomma al 1,29%.
  • La Politica dei Governi, che preferisce normalmente le politiche passive, come la CIG in deroga, ne sia esempio il prelievo fatto nel 2013 di 254 milioni dallo 0,30% nazionale.
  • Scarsa capacità di comunicazione da parte dei Fondi e di tutti gli attori coinvolti.
  • Problemi di accessibilità ai contributi e di trasparenza di norme e procedure.
  • Rischio di vedere nei contributi per la formazione continua solo una raccolta finanziaria ed una opportunità di business, più che una leva di sviluppo.
  • Gravi limiti alla spesa di qualità dati dai limiti burocratici posti dalla normativa nazionale ed europea.

Molti inoltre annoverano tra i problemi il fatto che ci sono troppi Fondi, visto che ce ne 19 sono operativi, dei quali 3 per i soli Dirigenti.

L'autore in merito non ha una opinione né favorevole ad un accorpamento in assoluto, né ad una accettazione di uno status quo così complesso.

L'importante è che se si dovesse procedere ad una semplificazione e/o ad un accorpamento, sarebbe necessario fare attenzione a non creare strutture ancora più pesanti di quelle esistenti, che per la maggior parte sono almeno virtuose, almeno per quanto riguarda i costi di gestione.

2.1         Il processo di approccio ai Fondi – l'accessibilità


Proviamo a capire intanto come funziona il processo di approccio ai Fondi da parte delle imprese e successivamente, il ruolo degli attori in tale processo.

Normalmente si tende a scegliere un Fondo per la sua rappresentanza, ovvero:

  • Le Parti Sociali che lo promuovono.
  • Il settore o tipologia di impresa a cui si rivolge.

Ma quello che conta di più è l’accessibilità effettiva, detta anche costo di accesso, che deriva da:

  • Modalità di concertazione.
  • Tipologia dell’offerta di contributi, ovvero tramite conto aziendale, aggregato o meno, oppure ad avviso con graduatoria.
  • Gestione dei soggetti di intermediazione.
  • Modalità di erogazione dei contributi.
  • Assistenza tecnica.

2.2         Gli attori del processo


Per tutti questi aspetti è strategico il ruolo degli attori del processo, che dovrebbero garantire un nuovo approccio ai Fondi.

Il libro esamina le posizioni ed il ruolo di ciascuno di questi attori.

2.2.1        Imprese e Lavoratori


La formazione va vista come un’opportunità di sviluppo e cambiamento e non come un costo o una perdita di tempo.

Troppo spesso per questi soggetti, che dovrebbero essere i beneficiari ultimi dei contributi dei Fondi, la formazione è vista con diffidenza o almeno indifferenza.

2.2.2        Parti Sociali


I Fondi devono essere visti come strumenti per sviluppare servizi e politiche per le imprese ed i lavoratori
e non come uno strumento per mantenere i privilegi e le strutture dei soci.

La crisi di rappresentanza delle Parti Sociali coinvolge anche i Fondi. Questa crisi può spingere ad una gestione sempre più auto referente, che rende i Fondi sempre meno popolari tra le imprese e sempre più "attaccabili" da parte di chi è interessato alle loro risorse per erogare politiche passive come la Cassa Integrazione.

2.2.3        Consulenti del Lavoro e Commercialisti


Per le PMI sono spesso la “prima linea” dell’approccio ai Fondi.

Gli Ordini di entrambe le Professioni hanno fatto poco per comunicare ed istruire i professionisti sul tema dei Fondi ed in generale sulla formazione continua come leva di sviluppo per le imprese.

E' importante il ruolo degli Ordini per far capire agli associati che il vero business è la consulenza alle imprese e non la partecipazione ai contributi per la formazione.

2.2.4        Consulenti aziendali, Professionisti e Formatori


Spesso questi soggetti, esperti di sicurezza, qualità, ambiente, organizzazione, formazione, etc. hanno la fiducia delle imprese e possono aiutarle nell’approccio ai fondi.

I Professionisti quindi devono capire che i Fondi sono strumento di sviluppo anche per la consulenza aziendale e promuoverli così presso le imprese clienti.

2.2.5        Enti ed Agenzie Formative


I Fondi spendono in quantità e qualità direttamente proporzionali alle capacità degli Enti.

La mancanza di una rappresentanza organica degli Enti Attuatori (così sono definiti questi soggetti dai Fondi) ha creato in questi anni una vessazione verso di essi di tipo economico, finanziario e normativo, che ha creato una grande sofferenza finanziare ed una conseguente dispersione delle risorse umane e del relativo capitale di competenze.

D'altro canto gli Enti devono capire che la formazione finanziata è una leva di sviluppo non un business in sé, senza così cercare un "margine" che non può essere all'interno dei contributi dei Fondi, ma può risultare dalle attività di consulenza e formazione che possono essere attivate privatamente con le imprese.

2.2.6        Pubblica Amministrazione Centrale


La P.A. Centrale è sicuramente l'attore più forte del processo, perché in sostanza può decretarne formalmente il fallimento chiudendoli,  o riducendo le già scarse risorse, o rilanciare l'azione dei Fondi con nuovi strumenti legislativi e normativi che rendano più flessibili ed efficaci i Fondi.

In particolare il Governo potrebbe adottare politiche finanziarie per salvaguardare e valorizzare le risorse per la Formazione, anziché sottrarle per le politiche passive del lavoro (cassa integrazione in deroga, etc.) che non rappresentano certo una spinta all'economia.

Il Ministero del Lavoro dovrebbe essere più sensibile alle richieste degli operatori e delle imprese (e non solo dei Fondi) e semplificare le procedure e le norme per la gestione e la rendicontazione dei contributi, anziché continuare a "stringere le maglie" burocratiche.

Da anni si attende infatti una regolamentazione specifica delle risorse dello 0,30% che rappresenti un passo in avanti rispetto alle vecchie normative sugli aiuti di stato, ancora in vigore, ma in verità non applicabili a questa risorsa.

L'ISFOL potrebbe diventare un vero o proprio partner dei Fondi, evidenziarne le eccellenze e supportare il Ministero nel processo di semplificazione.

L'INPS potrebbe accelerare i pagamenti, renderli più regolari ed affidabili, ed anche meno costosi, migliorare le informazioni disponibili per i Fondi, in modo da contribuire al processo di efficienza e trasparenza della gestione finanziaria dei Fondi.

2.2.7        Pubbliche Amministrazioni Locali


Nei primi anni di vita dei Fondi, le Regioni hanno avuto un atteggiamento sostanzialmente negativo nei loro confronti, come se si fosse di fronte ad una concorrenza commerciale. C'è stata anche una denuncia alla Corte Costituzionale.

Fortunatamente, anche a seguito della sentenza della Corte, si è attivato un processo di dialogo, inizialmente lentissimo, perché svolto tramite le Parti Sociali, ma ultimamente acceleratosi grazie al contatto diretto tra Regioni e Fondi.

In tal senso il Bando sulla formazione continua della Lombardia del 2012 può essere considerato una buona prassi, soprattutto perché aperto alla collaborazione con tutti i Fondi, e non con alcuni (pochi) come altre esperienze regionali degli anni precedenti.

Grandi assenti in tutto questo processo sono invece i Comuni, ma le imprese sono sul territorio e sul territorio ci sono i Comuni.

Questi Enti per la maggior parte non conoscono i Fondi e non sanno che possono essere fattore di sviluppo nel loro territorio. E' infatti assurdo che le poche decine di imprese presenti in certo territorio siano divise tra 5 o 6 fondi differenti, quanto magari fanno parte della stessa filiera o comparto produttivo.

E' importante ad esempio che i SUAP comunali (Sportelli Unici per le Attività Produttive) possano dare informazioni ed assistenza alle imprese sull'adesione ai Fondi, e che gli Assessorati alle attività produttive possano sviluppare accordi territoriali con uno più Fondi per facilitare l'accesso ai contributi per le imprese.

2.3         Proposte per migliorare l’utilizzo dei Fondi


Sono individuabili questi elementi centrali allo scopo di migliorare l'utilizzo dei Fondi Interprofessionali:

  • Una comunicazione più efficace, affidata non solo alle forze dei singoli Fondi, ma ad una sinergia con gli Enti Pubblici nazionali e locali.

  • Servizi di orientamento ed informazione all'uso dei Fondi e delle altre risorse della Formazione Continua, con la collaborazione di Ministero, Regioni, Comuni, Parti Sociali e degli Ordini dei Consulenti del Lavoro e dei Commercialisti.

  • La semplificazione e la trasparenza delle procedure amministrative, un sforzo comune tra Fondi, Ministero del Lavoro, INPS ed ISFOL.

  • Attivare e rendere obbligatoria, o almeno premiante, la certificazione delle competenze derivanti dai corsi finanziati dai Fondi per i lavoratori, attivando finalmente il Libretto Formativo e codificando le competenze con il sistema nazionale di certificazione in corso di definizione, anche su sollecitazione della UE.

  • Follow-up qualitativo e quantitativo delle azioni formative finanziate e controllo sul loro impatto dal punto di vista non solo didattico ma soprattutto organizzativo, economico ed occupazionale. Senza questa funzione non ci può essere una vera "policy" dei Fondi né se ne può giudicare in modo obiettivo la validità.

2.4         Strumenti per il miglioramento


E' perciò fondamentale un coordinamento delle policy tra tutti gli attori del processo tramite:

  • Coinvolgimento più attivo delle rappresentanze degli Attori già esistenti
  • Rappresentanza organica di Enti di Formazione e professionisti operatori del settore
  • Ruolo di facilitazione per la Pubblica Amministrazione

3         Gli eventi


Il libro è uscito ufficialmente a maggio del 2014, e già da quel mese l'autore, in via personale ed autonoma, ma con il preziosissimo aiuto di molti amici e colleghi, ha iniziato un "tour" in alcune città particolarmente significative perché rappresentative dei territori più coinvolti dai Fondi Interprofessionali.

Giorno
Ore
Città
Indirizzo
Organizzatori
(oltre all'autore)

21 maggio
15:00
Gallarate (VA)
CESID - Via S. Luigi Gonzaga, 8
Giuseppe Oliva
Graziella Carlomagno
22 maggio
15:00
Bologna
Sala Tosi - Viale Pietramellara 5
Lucia Lupo
Remo Basini
27 maggio
16:00
Firenze
Facoltà di Scienze Politiche Via delle Pandette 19
Massimo Balducci
Claudio Bonamassa
Alfredo Lisi
Alexis Bardi
28 maggio
15:00
Padova
CA' EDIMAR  Via dei Due Palazzi, 43
Orazio Stangherlin
Guido Cozza
Il personale di CA' Edimar
5 giugno
17:00
Torino
Sala "Il centro in centro" - Ass.Titolari Farmacie di Torino e Provincia - via Galliari 10/A
Federfarma Servizi
Cristina Morinilli
Mauro Accornero
9 giugno
18:00
Roma
Libreria ARION Monti, Via Cavour
L'Editore Franco Angeli
Chiara ed il personale di Arion Monti
11 giugno
15:00
Milano
Collegio Marianum di via S. Vittore 18
Vincenzo Acquaviva
Massimo Cavalli
18 giugno
17:00
Trento
Biblioteca Comunale di Trento
Marco Caresia AIF
30 giugno
17:30
Roma
Camera di Commercio – Sala del Tempio di Adriano - Piazza di Pietra
Luca Malcotti
Vincenzo Acquaviva
Franco Roic
Roberto Rosseti

Nel corso di questi incontri sono state presenti circa 160 persone (più di 70 solo nell'evento di chiusura a Roma), principalmente formatori e titolari di agenzie formative, ma anche esponenti di associazioni di impresa e sindacati.

Ecco alcune foto:

Evento di Bologna, l'autore con Lucia Lupo:


Evento di Firenze, intervento di Claudio Bonamassa, sullo sfondo il Prof. Massimo Balducci:


Evento di Torino, presso Federfarma:


Evento di Trento, presso la Biblioteca Comunale:


Evento di Roma, presso la Camera di Commercio, Sala del Tempio di Adriano:






4         Il dibattito ed il feedback dagli incontri di presentazione


Durante il giro di presentazioni sono emerse numerose conferme alle problematiche sollevate dal libro.

Tra i problemi più sentiti dagli operatori, si possono elencare:

  • la conoscenza dell'esistenza stessa dei Fondi Interprofessionali, oggetto oscuro anche per molte agenzie formative;
  • la percezione della complessità dell'accesso ai Fondi a causa dei regolamenti scarsamente comprensibili;
  • i timori e le perplessità legate alle problematiche della concertazione sindacale nelle PMI e nelle microimprese.

Emerge quindi la necessità di informazione, comunicazione e chiarezza su tutto l'argomento Fondi.

4.1         L'evento di Roma del 30 giugno 2014


Particolare importanza ha rivestito l'evento tenutosi a Roma il 30 giugno 2014 presso la Camera di Commercio alla Sala del Tempio di Adriano dove, dopo la presentazione del libro da parte dell'autore, è stato attivo un panel di alto livello, moderato da Roberto Rosseti Vice Direttore del TG1.

I componenti del panel sono stati: Francesco Agostino - Direttore di Fon.Coop, Francesco Franco - Presidente di Fonditalia, Roberto Cavalieri – Direttore di Fonservizi, Roberto Pettenello – esperto di formazione continua e "decano" di tutti Fondi Interprofessionali dov'è presente la CGIL, Franco Valente – Direttore di Fondoprofessioni.

Il dibattito si è svolto in un clima serio e collaborativo, molto focalizzato sulle problematiche tecniche e politiche dei Fondi, senza dispersioni teoriche.

Tutti i presenti hanno apprezzato molto l'occasione di parlare tra operatori dopo molti anni in cui gli incontri inter-Fondi non sono stati più effettuati, anche a causa del disinteresse del Ministero del Lavoro a curare il dibattito in merito.

Il giudizio sul libro è stato sempre sostanzialmente positivo, se non altro come occasione per rilanciare il dibattito sui Fondi, che come detto è stagnante da tempo.

Di seguito, si riassumono in breve gli interventi dei membri del panel.

4.1.1        Francesco Agostino


Per Francesco Agostino il libro sottolinea l'importanza dell'accessibilità ai contributi dei Fondi, soprattutto per quanto riguarda i costi di informazione, accesso, gestione e rendicontazione.

Il problema principale è che questo sistema basato sostanzialmente su risorse private delle imprese, è soggetto ancora alla normativa per gli aiuti di stato, con uno strettissimo controllo da parte del Ministero del Lavoro.  L'unica eccezione a questo atteggiamento è stata la pronuncia del Consiglio di Stato che esenta i Fondi dal taglio del numero di consiglieri del CDA. E' un piccolo passo, ma più presto si uscirà dalla gestione "pubblica" dei Fondi e più presto si potrà fare un saldo di qualità nel loro utilizzo. In Francia sono di fatto risorse private.

Agostino ricorda che per quanto riguarda l'assistenza tecnica, Fon.Coop ha investito molto in tal senso attivando nove risorse a livello nazionale che sono proattive nell'assistenza alle PMI sulla progettazione.

Per quanto riguarda il tema "troppi Fondi", Agostino fa una distinzione tra i Fondi "dovuti", perché espressione di ampie rappresentanze, affermando che queste sono garantite dalla presenza di CGIL – CISL - UIL, e Fondi "da semplificare" perché troppo piccoli, specie per la rappresentanza sindacale. Meno importanza dà alle parti datoriali per quanto riguarda questo aspetto. La presenza di 19 Fondi fa in modo che ci sia un "dumping associativo", cioè una concorrenza sleale da parte dei piccoli Fondi. Questo fa in modo da diminuire l'efficacia degli interventi perché le risorse effettive sono molto poche per assistenza e qualità. In ogni caso i Fondi, anche così come sono, restano soggetti agili.

Agostino poi cita il fallimento dell'Osservatorio sulla Formazione Continua, che avrebbe dovuto mettere a confronto i soggetti pubblici e privati che erogano contributi per questa. Sarebbe invece importantissimo un tavolo istituzionale sull'argomento, specie ora che i soggetti pubblici sono indeboliti dalla mancanza di fondi.

Altro elemento negativo è la mancanza di un Sistema Informativo complessivo sui Fondi che dia indicatori utili per capire l'efficacia degli interventi, ed in tal senso considera il Rapporto ISFOL carente sotto questi aspetti. L'ISFOL potrebbe essere finanziato per fare questo lavoro, specie per quanto riguarda la condivisione dei dati tra Fondi, utile per un benchmark.

Per quanto riguarda l'esperienza della Lombardia, Agostino la considera negativa, perché Fon.Coop non è riuscito a spendere tutti i soldi, vista la limitazione alle imprese non aderenti. Considera molto più significativa l'esperienza recente fatta relativamente al sostegno ai lavoratori delle Cooperative di pulizia in esubero rispetto all'ultimo appalto CONSIP, dove i Fondi hanno finanziato la formazione del lavoratori in CIG.  In questo caso se è vero che i Fondi hanno eseguito la volontà del Ministero, lo hanno comunque fatto con l'avallo del sindacato e questo è positivo.

Agostino ha concluso auspicando un "rating" dei Fondi Interprofessionali, con il quale valutare la loro efficienza ed efficacia.

4.1.2        Francesco Franco


Francesco Franco ha esordito collegandosi con le osservazioni di Agostino sulla numerosità dei Fondi, concordando sulla necessità di semplificazione, ma senza corporativismi e difesa di rendite di posizione. Certamente positivo è il giudizio sulla proposta di "rating" e sulla necessità di un "follow up", ma è importante che queste funzioni siano svolte da un soggetto terzo.

Importante anche la proposta di un momento di confronto tra i Fondi, anche al di fuori di "tavoli istituzionali", per scambiare esperienze e migliorare le procedure. Purtroppo il Ministero sono anni che non convoca più i Fondi per una discussione.

Franco poi sottolinea l'importanza dei soggetti di intermediazione, ovviamente non intesa come finanziaria o commerciale, specie nel rapporto con le piccole imprese del Sud. In questo senso è fondamentale il rapporto con i professionisti e gli Enti di formazione.

4.1.3        Roberto Cavalieri


Roberto Cavalieri riprende la questione sui "troppi Fondi". Certamente, afferma, forse sono troppi, ma il Ministero dovrebbe saperlo meglio di tutti, essendo l'Ente che ne ha approvato la costituzione.

E' comunque importante per i Fondi stimolare le imprese tramite il coinvolgimento trasparente dei Consulenti del Lavoro e degli Enti di formazione, premiando solo quelli più validi ed onesti tra di loro.

Manca la comunicazione sui Fondi: pochi li conoscono, anche tra le imprese più grandi. Le imprese grandi spesso poi "dimenticano" di utilizzarli a cause di dinamiche interne. L'importante è comunque comunicare che i Fondi finanziano formazione fatta bene.

La crisi fa in modo che le aziende già virtuose si stiano attrezzando per usare al meglio i fondi, certamente però non tutte le imprese hanno la capacità di sviluppare piani a medio lungo termine (es. triennali) per la formazione. A queste bisogna rivolgersi per stimolare tale sviluppo.

4.1.4        Roberto Pettenello


Per Roberto Pettenello il libro ha una visione talvolta "spregiudicata" ma è utile per supplire alla mancanza di dialogo tra Fondi.

Questi non sono molto "amati" in Italia nonostante, o forse proprio per quello, rappresentino i 2/3 di quanto finanziato per la formazione continua. L'accordo del 1993 affidava alle Parti Sociali il compito "offensivo" di usare la formazione continua per lo sviluppo del Paese. Sono state fatte da allora ponderose analisi dei fabbisogni con metodologie diverse, e quindi poco utilizzarli. Di fatto però il mandato per la formazione è alle Parti Sociali. Però da allora non è mai stato disponibile uno studio sul follow up, che dovrebbe essere fatto dal Ministero come parte terza.

I Fondi purtroppo non dialogano tra loro per "paura", anche perché il timore continuo è ormai il prelevamento dei soldi per la CIG in deroga. Prevale quindi una logica corporativa, proprio per questa paura. In effetti l'atteggiamento della politica è negativo, vedasi l'aumento dei controlli puramente formali di quest'anno e quindi può succedere di tutto. L'unica risposta è invertire la tendenza, passa all'attacco proponendosi come integrazione delle politiche della formazione verso Governo e Regioni, proprio come fatto nel caso delle Cooperative Multiservizi citato da Agostino.

I Fondi sono di fatto attaccabili ed "impopolari" se non imparano a fare sinergia possono scomparire nell'indifferenza generale.

Importante è ad esempio la sinergia con i servizi per l'impiego pubblici e privati coinvolti nella Garanzia Giovani. Molto significativa è l'intermediazione, che va ampliata anche a sportelli intercomunali (interessante la proposta in tal senso del libro), d'altronde in Francia ci sono 500 persone che fanno l'assistenza tecnica sui Fondi.

Le semplificazioni devono essere vere e soprattutto i controlli vanno effettuati su quanto effettivamente realizzato e non solo sulle carte.

Vanno premiati i progetti di chi fa rilievo dei fabbisogni. Infatti bisogna ascoltare i lavoratori prima e dopo gli interventi formativi e bisogna valutare l'impatto sull'impresa, anche in termini di business, di clima aziendale e di organizzazione.

E' fondamentale la certificazione, sulla quale va fatta premialità per i contributi.

Le Parti Sociali, che hanno competenza sui contratti di lavoro, dovrebbero cambiare i criteri di valorizzazione dei lavoratori, non necessariamente aumentando i costi, ma collegando il valore del lavoratore anche alla sua formazione professionale. La formazione è infatti un modo di contrastare il dramma occupazionale ed economico che stiamo vivendo.

4.1.5        Franco Valente


Per Franco Valente è importante riprendere lo spirito collaborativo tra i Fondi.
I Fondi infatti possono crescere ancora perché sono la causa prima della consapevolezza sulla formazione continua e sulla formazione degli adulti, cose sulle quali in Italia non c'è cultura. Quando si pensa alla formazione si pensa solo alla scuola, anche per quanto riguarda gli adulti. Ma la formazione continua è un abbinamento unico tra i "sogni" del lavoratore e quelli dell'organizzazione. L'allievo è una variabile indipendente e non è solo oggetto di erogazione ed a questo il progettista si deve adattare. E' però difficile fare questo, viste le scarse risorse disponibili, ma le Parti Sociali devono garantire il confronto tra lavoratori ed organizzazioni e non solo i contributi.

Manca la comunicazione sui Fondi: non c'è mai stata una campagna informativa nazionale e le risorse dello 0,30% sono scarse, com'è possibile quindi un cambiamento? Gli strumenti di controllo sono quelli del Fondo Sociale Europeo: il corso è valido solo sei costi sono correttamente sostenuti e rendicontati, nessuno spazio all'analisi degli obiettivi del corso.

Troppi fondi? La crisi di rappresentanza ha creato due tipi di Fondi: quelli "contrattuali", legati ai comparti rappresentati dalle Parti Sociali e quelli "commerciali", svincolati e di "libero mercato", incentivato anche dalla legge sulla portabilità, che ha creato il "mercato delle buste paga".

C'è comunque il rischio di ulteriori tagli per la CIG, effettuati nel 2013 con modalità assurde. Viste anche le modalità di pagamento dell'INPS, imprevedibili, costose (0,48% del versato) ed inefficienti, con questo sistema non è possibile fare un bilancio preventivo decente, peraltro preteso dal Ministero. Come si fa quindi a prevedere e calcolare? Ad esempio la quota di gestione nel 2013 andava calcolata con o senza il prelievo per la CIG? I Fondi però non possono contare sull'aiuto del Ministero, che fa solo controlli formali e non collabora, nonostante acquistino una base contributiva sempre più ampia.

Questa però richiede una maggior consapevolezza, non dobbiamo "tamponare" la crisi ma anticiparla. Vanno introdotte nuove forme procedurali e finanziare non solo obblighi di legge o i cataloghi degli Enti di formazione.

I Professionisti come soggetti di intermediazione fondamentali hanno problemi di conoscenza e di competenza e non mancano i problemi deontologici. I Fondi potrebbero facilitare le procedure per aiutarli, ma per ora i vincoli normativi non lo consentono.

4.1.6        Giovanni Galvan


L'autore, concludendo i lavori, ha messo in evidenza la presenza di una grande passione da parte di tutti gli operatori dei Fondi. La nuova sfida che viene lanciata è quella di ascoltare le idee e le proposte degli esperti, anche perché finora questo aiuto non è stato molto apprezzato, né dalle Parti Sociali né dalla Pubblica Amministrazione. Il libro è dunque un "assist" per provocare un dibattito nuovo sui Fondi che coinvolga tutti gli attori del processo.

D'accordo quindi sul "passare all'attacco" superando le paure e le passività. I Fondi hanno infatti molte cose da dire e non sono solo esecutori passivi, perché sono in prima linea e possono essere strumenti di facilitazione delle politiche attive. Dunque va promosso il dialogo tra tecnici, attivando i Consulenti del Lavoro, i Commercialisti, le Agenzie formative, Professionisti della formazione e della consulenza aziendale.

In particolare gli Enti di Formazione ed i formatori sembrano essere i "vasi di coccio" tra i "vasi di ferro" di tutte le rappresentanze degli altri attori del processo, l'invito è quindi a questi soggetti ad organizzarsi, a darsi rappresentanze ed ad aprire tavoli sul merito delle questioni. E' però responsabilità anche dei Fondi aiutare tutti questi soggetti nel processo di sviluppo della formazione continua.



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